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Tutta colpa di Alfredo

Ispirazione

Le mi storie, tutte anche la più piccola favola, traggono ispirazione dal sogno.

Quel mondo altro in cui ci addentriamo lasciando fuori ogni cosa, affidandoci, indifesi scevri da censure, a qualcosa che sappiamo accoglierci senza giudizio.

Lì aleggia il mio personale alito divino, lì le ali dell’angelo sfiorano la mia anima e i suoi sussurri riversano doni. Riesco a coglierne solo la sfumatura, la coda policroma della luce che filtra attraverso il prisma obliquo di un vetro. Quello che resta è la bozza di ogni mio racconto.

Talvolta sono solo poche, ineffabili sensazioni, talaltra sono intere sequenze che si imprimono precise nella retina della mia fantasia.

Genesi

La primissima cosa che accade, se dopo le abluzioni e il rituale caffè del mattino, le immagini persistono, si innesca la incalzante impellenza di trascrivere ogni fotogramma in un flusso senza soluzione di continuità. Da quando non sono più una ragazzina solitaria questo lasciarmi trascinare non è più possibile, allora prende forma la lisca di pesce. I punti salienti, l’ossuto riassunto dei sentimenti che fissano nel tempo le immagini. Un richiamo certo al susseguirsi cronologico degli eventi.

Gestazione

Quando il silenzio o la musica sono perfetti, e un angolo di casa mi accoglie, inizia la spunta della lisca di pesce. Ogni luogo diventa adatto, dal tavolo di cucina alle ginocchia, e la notte coi suoi dodici decani il tempo migliore. Allora l’immagine scelta diventa flusso di parole, quelle intrappolate al risveglio, e non c’è blocco, indecisione. Una volontà propria innesca lo scorrere delle parole, intreccia trame e orditi su un telaio manovrato da mani più esperte delle mie. La memoria dei gesti legata a filo doppio a quella della visione e tutto si muove. Prende forma, cresce, lievita e diviene pane.

Nascita

Arriva la parte più delicata, lunga, fatta di attese, trepidazioni, fiducia. Dopo aver dato forma, aver operato cesellature, limature, riletture infinite; ci si affida di nuovo come all’inizio del sogno.

Si spera che vada tutto bene, che ne esca qualcosa di buono. Eccolo vestito a festa, con la prima pelle che accompagnerà la sua breve o lunga vita, in procinto di diventare esploratore di anime altrui. Anime che non vedranno tutto, che vedranno altro, oltre, di più, diverso da ciò che era l’intento iniziale. Allora questa nascita avrà avuto un senso solo se sarà in grado di toccare almeno un cuore. Basta uno. Poi si ricomincia a sognare.

Gabriella Candida Candeloro

 

Video – Riprese musica e montaggio Mirko Zanona